(ASI) Umbria - Corciano, ridente cittadina dei colli del Trasimeno, ha aperto il suo antico borgo ad una kermesse importantissima dal punto di vista culturale e, direi, anche da quello enologico.

Infatti 'Castello di vino' è la manifestazione che quest'anno ha compiuto un lustro. Creata ed ideata da Bruno Nucci Presidente della Associazione Corciano Castelli di vino che - ed è lo stesso interlocutore che lo ha ribadito in conferenza stampa - altro non è che l'unione di altre associazioni del luogo che, insieme, hanno fatto decollare questo evento.
Castello di vino si articola in tre giorni ed il programma prevede degustazioni dalle varie e migliori cantine dei Colli del Trasimeno, un corso fotografico (wine's selfie area), l'indizione di una borsa di studio "wine art 2015" denominata "i colori di Bacco". Ed a latere, ci saranno tavole rotonde sul territorio del Trasimeno che affronteranno varie tematiche fra cui la produzione vitivinicola ed il biologico. E' prevista inoltre una particolar tenzone tra le varie cantine presenti sul territorio.
Tuttavia il clou dell'evento è stata la conversazione con Brunello Cucinelli al Teatro della filarmonica di Corciano. Il noto imprenditore umbro è stato intervistato da Conticelli, responsabile della redazione Umbra de La Nazione;
ne è vento fuori un interessantissimo dialogo fatto anche alla presenza del dott. Diego Contini, agronomo, del sindaco di Corciano, Betti e di Bruno Nucci, presidente della associazione organizzatrice dell'evento.
Brunello Cuccinelli ha parlato in maniera dotta ed ha soprattutto focalizzato il suo intervento sul rapporto e sulla rivalutazione della "periferia" delle città!
In particolar modo ha voluto trasmettere il suo pensiero , richiamando le "contitutiones senenses" ove "... la ristrutturazione di un casa doveva dare allegrezza al passante ed alla città". Infatti, Brunello Cucinelli lo ha ribadito: "Solo rivitalizzando e rendendo umani i rapporti nella periferia che si può migliorare il rapporto tra uomo e territorio; solamente con il rispetto ambientale, e personale, individuale anche nel senso meramente 'cromatico'(caso OBI docet!!), l'individuo in pieno periodo della globalizzazione può riavere , riacquistare ed riappropriarsi spazi, abbandonati un tempo per il forte desiderio di vivere in città e nel centro"!

Francesco Rosati di Monteprandone Agenzia Stampa Italia